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Fratelli tutti, la terza enciclica di Papa Francesco

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5 Ottobre 2020

I punti fondamentali del nuovo documento sulla fraternità e sull’amicizia sociale ispirato dalle parole di san Francesco d’Assisi.

«”Fratelli tutti”, scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro “quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui”. Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita. Questo Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere l’Enciclica Laudato si’, nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternità e all’amicizia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi.»

Inizia così la nuova enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, uscita ieri dopo la sua firma avvenuta sabato presso la tomba di san Francesco ad Assisi. Il pontefice spiega che questo testo raccoglie e sviluppa i grandi temi esposti nel Documento sulla fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, firmato assieme al Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi nel febbraio 2019. Il suo obiettivo è quello di offrire un apporto alla riflessione per reagire ai diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri e per dare vita a un nuovo sogno di amicizia fraterna che non si limiti alle parole. Nonostante il punto di partenza del documento siano le convinzioni cristiane, i destinatari sono tutte le persone di buona volontà, ciascuna con la ricchezza della propria fede o delle proprie idee, ma fratelli in un’unica umanità.

Dopo aver individuato molteplici tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale – come i nazionalismi, gli interessi economici, la colonizzazione culturale, la mancanza di speranza, il razzismo, le nuove povertà, la solitudine -, il Papa dedica un capitolo alla parabola del Buon samaritano (Lc 10,25-37), chiedendo a chiunque, al di là della propria fede, di lasciarsi interpellare e di proiettarla al giorno d’oggi. Tutto ciò è un punto di partenza per arrivare a pensare e generare un mondo aperto, dove sperimentare il vero valore della vita donando sinceramente sé stessi e incontrando anche con fatica l’altro. Il segreto dell’autentica esistenza umana è la comunione e la fratellanza, dove l’amore che si estende al di là delle frontiere si chiama amicizia sociale.

Papa Francesco prosegue l’enciclica affermando che come esseri umani saremo tutti fratelli e sorelle solo se questo concetto diventerà concreto. Quindi, siamo obbligati ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte riguardo ai limiti delle frontiere e alla reciprocità, alla gratuità dell’accoglienza, all’orizzonte universale e all’identità locale. Per indirizzare lo sviluppo della comunità mondiale in questo senso, è necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune e di un amore che accoglie e integra, lontana da populismi e liberalismi e non sottomessa all’economia. L’obiettivo dell’amicizia sociale può essere raggiunto tramite il dialogo, ovvero avvicinandosi, guardandosi, esprimendosi, ascoltandosi, conoscendosi, provando a comprendersi, cercando punti di contatto.

Per il pontefice, per realizzare quest’idea di mondo sono necessari percorsi che conducano a rimarginare le ferite. C’è bisogno, quindi, di artigiani di pace che aiutino a ricercare nuove soluzioni partendo dalla nuda verità, perché quando i conflitti non si risolvono ma si seppelliscono nel passato si creano fragili fondamenta per il futuro. Gli scontri in una società sono difficili da evitare, ma si superano con il dialogo, la riconciliazione e il perdono, comunque senza dimenticare ciò che non deve essere mai tollerato. Anche le diverse religioni devono offrire il proprio apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società, riconoscendo il valore di ogni persona come creatura chiamata a essere figlio o figlia di Dio. Per i cristiani, la sorgente di dignità umana e di amicizia fraterna sta nel Vangelo di Gesù Cristo.

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